martedì 16 settembre 2014

Riflettendo


Oggi lavoro di pomeriggio, cosa che odio.
Sono uscita presto comunque,decisa a comprarmi un pacco di cereali per colazione.
Mi fa male il latte, ma due o tre volte l'anno "sgarro" e mi piace gustarmi una tazza di latte in pace.
Lavoro in un bar pasticceria e paradossalmente la mia colazione e' vissuta sempre in corsa.
Così , tra un cucchiaio affondato nel latte e un altro, scrivo quattro righe.
Sono quasi le nove di mattina,
Dal mio balcone guardo la piazza sottostante già in fermento da un bel po'.
Niente a che vedere con la calma di agosto. Sono appena ricominciate le scuole, nel palazzo a fianco al mio c'è un cantiere all'opera e le macchine sfrecciano in un carosello vorticoso intorno al santo del quartiere.
Talvolta a guardarle mi gira la testa.
Nonostante questi forti rumori, mi arriva sottile il vociare della gente e il rumore delle tazzine del bar, il bar dove il quale lavoro, per l'appunto sotto casa mia.
Ogni tanto si sente qualche bambino piangere o urlare all'indirizzo della mamma.
Il mio cane è seduto davanti a me è osserva attento tutta la scena, pronta a ringhiare alla vista di altri cani.
Tornado, il mio pappagallo, di tanto in tanto emette un suono gutturale, tanto per esprimere la sua presenza.
Ho le tende tirate giù per il sole,ma riesco a intravedere le rondini che ogni tanto svolazzano vicino al nido nel balcone di un vicinato
Il rumore del clacson delle auto in doppia fila disturba un'apparente quiete, quella che si può definire quiete di un 
giorno di settembre di periferia.
 C'e il sole, ma quest'anno il tempo e'stato continuamente incostante, per cui non è prevedibile come si evolverà la giornata.
Spesso penso che somiglia un po' al mio umore, un attimo in cielo, un attimo a terra.
Probabilmente sono un inguaribile pensatrice, combattuta tra sogni e rimpianti, e forse per questo incapace di vivere a pieno il presente, se non per momenti sporadici.
Sarà anche pre questo che amo scrivere, e fotografare per immortalare sensazioni , emozioni, istanti, per poi rendermi conto però , che ho lasciato andare davvero l'istante.
E sarà per lo stesso motivo che vivo all'ombra di un onnipresente malinconia, legata un po' alla nostalgia del tempo che passa e al rammarico dei sogni sfumati.
Mi trovo a gioire del poco che ho, ma non riesco a goderne a pieno, sempre sull'orlo di un'insoddisfazione inconsolabile e indefinibile.
Il tempo che passa inesorabile lascia spazio al rammarico di una rinascita che non esiste, dei sogni fuggiti e dell'impotenza di poterne afferrare quello che resta per permetterti di realizzarli ancora.
Faccio i conti col destino e con le scelte, metto sulla bilancia il tutto e sento sempre che manca al peso qualcosa di me, di me dentro.
Su un libro letto di recente c'era una splendida frase:
" i pensieri più veri non si mettono mai per iscritto, ma restano per sempre stampati nel cuore" ;
Niente di più vero.
Allora mi capita spesso, che l'emozioni più forti, le sensazioni, le riflessioni, legate a un banale episodio, ad un incontro, a un viaggio o alla pura routine restano lì sospese, vorticano appese a mille parole che saprei dire e ci vorrebbe
un foglio istantaneo per buttarle giù al momento, ma non basterebbe tutto il libro della vita.
Comincio a credere che ognuno di noi vive due esistenze diverse: la prima e'la lotta di tutti i giorni, quella frenetica di oggi che non ti da tempo di fermarti, che corre imperterrita e indifferente al cambiamento di tutto, che non ti lascia scampo e respiro, che non ci accorgiamo nemmeno di vivere, che abbiamo già vissuto.
La seconda e' quella lenta del rintocco dei pensieri, dell'emozioni e dei sogni, dei desideri, dell'emotività più o meno associata all'attimo che stiamo vivendo.
A volte così euforica, altre così malinconica ..

E poi credo che ognuno di noi, ha un posto per se speciale, un posto dove ha bisogno di ritrovarsi, di accorgersi che sta vivendo perché lo percepisce accorgendosi del proprio respiro.
Può essere un posto qualunque, un posto dove sei vivo e in pace persino stando solo, dove anche i problemi più grandi possono sfiorarti ferendoti meno, un posto dal quale fai sempre fatica ad andare via, dove la prima esistenza riesce a fondersi con la seconda per darti lo spazio giusto per accorgerti di essere, di esistere, dove senti di contare pur essendo nulla.
Un posto che sta fuori di te e al contempo lo senti in fondo al cuore, un posto dove puoi dire di essere nel tuo elemento affine e in pace con te stesso e con il resto del mondo.
Quel posto per me è il mare.
Come pulcinella mi trovo a scherzare di in sogno nel cassetto, una casa sulla scogliera, ma mi basterebbe un faro, l'orizzonte, la natura, un tramonto, una piccola terrazzetta, per isolarmi un attimo in quel posto in cui ho bisogno di vivere a pieno e di respirare. E pulcinella lo so ... scherzando, scherzando, diceva la verità Ed io posso vederlo anche adesso,il mare, nel viaggio della mente e del cuore, esalo l'aria salmastra che mi riporta il ritmo che culla delle onde, e sento il mio respiro calmo che le accompagna.
Vibra il mio animo affine ai mutamenti delle maree,posso ascoltare la canzone dei gabbiani che stride accompagnando il canto dell'infrangersi sugli scogli.
Lo sento lambire le mie gambe e avvilupparmi in una carezza gentile e vogliosa, quasi fosse la carezza di un amante,così simile a me,

profondo e misterioso come l'oceano, in balia delle tempeste, desideroso di andare e tornare nel rifugio delle dune, ma non tornare mai uguale.
Pronto ad accogliere l'acqua incessante del fiume , come un sapere continuo e irresistibile , fino a conoscere l'esatta verità del ciclo della vita, che finalmente non conosce fine e mi fa sentire così piccola , eppure così felice di esistere.
Ma c"'è un momento per tutto.
L'incanto svanisce, lascia il posto a una nebbia che lenta si dissolve.
Davanti a me la tazza della colazione.
I cereale sono diventati una "pappetta" da lattante.
Mi costringerò a finirli, non amo gettare il mangiare.
Magari sono un'inguaribile romantica, forse,o è solo quest'ansia di vivere che mi da fatica di tornare in questa sola vita di tutti i giorni. Una fatica simile al panico, alla confusione che genero nella felicità di tutto il bene che ho, che forse è troppo per potersi contentare.
Spesso invidiamo chi ha più di noi.
Io invidio invece chi ha meno
e sa gioire di quella semplicità che abbiamo tutti un po' dimenticato; quella che un bambino conosce meglio di noi, ma stiamo distruggendo la loro gioia, troppa tecnologia, troppa televisione e troppe paure. Stamane nel mio balcone e' spuntata una nuova rosellina bianca , se riuscirò a stupire ancora della sua bellezza, forse sono salva. Patty

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