lunedì 28 aprile 2014

I PEZZI DI NOI

Ecco, ad esempio, non soproprio da dove cominciare.
Ebbene comincerò dallastoria.
Non la storia dei libri, maquella di ognuno di noi, non solo quella che ci portiamo dentro, ma quella checi racconta la nostra casa, i nostri oggetti, e i nostri affetti.
Quella che leggi nellefotografie, che fai rivivere nei vecchi filmati, che ascolti nelle voci dellepersone care e nella gente che attraversa il tuo cammino.
Comincia così, in un giornocome tanti …
succede che stai cercandoqualcosa, che ricordi aver messo via, che magari poteva servirti in seguito ecome al solito non la trovi più.
E all’improvviso ti rendiconto che per anni hai ‘ammucchiato’, messo da parte, collezionato chincaglierie,oggetti, foto, vestiti, borse e cappelli e più chi ne ha più ne metta… ti guardiintorno e realizzi che non hai più una casa, ma un magazzino.
Esorprendentemente la ragione ti dice che tante di quelle cose, sono pressocchèinutili e per anni sono state ad aspettare che tu le usassi o che solosemplicemente le guardassi , ingiallite dal tempo, arrugginite, spesso nemmenopiù utilizzabili E vi garantisco che di cosene ho gettate molte, davvero tantissime.
Non come si fa al solito,questo si e questo chissà.. ma solo questo lo butto e questo pure.
E mi sono fatta davverotanto male, se sono riuscita a gettare cose alle quali mai avrei pensato didover rinunciare, soprattutto quelle legate alle persone più care che non sonopiù con me.
E se sono al pc in questamattina, invece di continuare l’opera è solo perché sto cercando di salvare sucd e dvd tutti i vecchi filmati in vhs, che probabilmente tra un po’ non sareipiù in grado di riprodurre in video cassetta.
E perché tra vecchieaudiocassette ho ritrovato alcune voci, tra cui quella di mia madre e dellamadre di mio padre, delle quali posseggo alcuni filmati; già convertiti qualcheanno fa, che per l’epoca però erano muti, e quindi prima di gettarle via, sto cercandodi convertire per cd in modo da non perderle mai.
Perchè questi sono gli uniciveri ricordi che non bisognerebbe mai gettare, perché queste sono le vere coseche restano e ci parlano
delle persone care che cihanno lasciati.
E ringrazio mio padre peravere avuto la passione delle foto e dei video ( che tra l’altro mi hatrasmesso) .
Non fossestato per lui, oggi tutto questo sarebbe solo nel mio cuore, ma non potrei più viverlo se non con lamemoria della fantasia.
E poi ho convertito queifilmini, dove c’era mio marito e mio figlio molto piccolo.
E’ inimmaginabile eindescrivibile quante sensazioni insieme si riescono a provare quando t’immerginel passato.
Alterni momenti di gioia amomenti di infinita malinconia, il tutto contornato da una rabbia infinita dinon poter riavvolgere il tempo nella stessa identica maniera in cui lo fai conun film.
E al contempo ti interroghisulla vita.
Se quelle persone che staiguardando sono così vive e così vere, perché oggi non ci sono più?, Chissà sechi ti sta sorridendo da dentro un video non è solo un’ illusione, se sonoesistiti davvero o è tutto uno scherzo di Dio, perché nulla resta di loro, senon gli oggetti , le foto e un nastro su cui scorrono come fossero solo gliattori di una farsa.. perché?
E perché persino tu,potresti essere qualcun altro, qualcuno che stenti persino a riconoscere, eppuretutto questo lo hai vissuto,eppure domani anche tu sarai come non fossi maivissuta.
E allora,consapevole del mistero della vita e di quell’amaro che ti sale in gola,allunghi le mani , per poterle toccare, perché nell’istante che le rivedi seilì nel video con loro, e ti rendi conto che tutto l’amore non è mai andato, nonè mai sopito,
lo hai soltanto relegato inun angolo del cuore, per farti meno male e in questo momento sta esplodendo dentro e fuori di te , come quandostappi una bottiglia di champagne dopo averla agitata e cancella tutto quelloche hai intorno e ti brucia come la lava di un vulcano inarrestabile.
Salvo poi, affievolirsilentamente nella delusione, quando le dita sentono il freddo di un monitor chesa restituirti solo immagini.
Ma quello che più ticoinvolge paradossalmente sono le voci:
quelle ti entrano dentro eti scavano proprio, non ti lasciano scampo. Attraversano il cervello e titrapassano, fino a renderti sordo per tutto il resto che ti circonda, fino ascalfire ogni piccolo battito del cuore.
E allora riavvolgi il nastro,per riascoltarle, riascoltarle e ancora e ancora.
Questa è la nostra storia,questi siamo noi.
Non il ricordino preso aVenezia, non il souvenir del Louvre, o la conchiglia del mare.
Oggetti inanimati chespesso, senza nome, non ricordiamo neppure più dove li abbiamo acquistati.
E nemmeno quello che ci èstato regalato, può rendere giustizia a chi ci ha, e abbiamo amato.
Non servenemmeno un fiore al cimitero, se non per il rispetto, ma non è lì che sono lepersone care che abbiamo perduto, sono solo in noi, 
finchè le ameremo..e io diuna cosa certa, oggi più che mai,
oggi che ho gettato quasitutto, che non ho mai smesso di amarle e per questo non mi lasceranno mai.