martedì 19 agosto 2014

QUESTA NOSTRA ITALIA

A volte , girando per il bel paese, ti vengono in mente tante di quelle cose, che a dover metterle su un foglio si rischia solo tanta confusione.

Sono infinite le sensazioni che si provano, le emozioni che suscitano i luoghi nuovi, o quelli dove si torna dopo tanto tempo.
Innummerevoli i paragoni con questo e quell’altro posto, e si vorrebbe poter vivere e oziare mille anni per poter vedere sempre più, per allargare le nostre conoscenze.
Diverso persino il modo di vivere una gita, a seconda dell’età o della compagnia, così che può succederti di vivere lo stesso identico luogo, ma con occhi diversi.

Per me, ormai in età adulta , e con gli occhi di appassionata fotografa, persino il mio quartiere, dove ormai mi sono invecchiata, mi sorprende sempre con qualcosa di nuovo, persino nella gente , nonostante vivo in una vecchia borgata di periferia, che ad oggi è divenuta quartiere, dato l’aumento della popolazione.

Così mi accade che continuo a stupirmi per una vecchia cabina telefonica, o per un parco giochi abbandonato, o per una semplice viuzza dimenticata.

continuo a stupirmi e a felicitarmi, per le bellezze del mio paese, trascurato e boicottato in favore di altre bellezze, sicuramente indiscutibili, ma delle quali il nostro paese non ha nulla da invidiare … solo che bisogna saper guardare, anzi saper vedere e soprattutto capire.

Perchè non basta scattare una bella foto e metterla su fb , per far crepare di invidia gli amici, bisogna vivere tutto questo con il cuore, appassionarci alla gente e alla storia del nostro popolo.Io che ben poco ho visto di questa nostra Italia, man mano che giro, sono sempre più convinta che davvero NULLA HO VISTO.

E più resto affascinata da un luogo nuovo, più penso a quanti ne restano, taluni più famosi, altri sconosciuti, che potrebbero ancor incantarmi e che tralascio..e quanto ancora mi stupirei del loro incanto.

Quest’anno, mi sono concessa tre viaggetti corti di piacere, in alcune delle località più belle del nostro paese.
Viaggi corti, da uno a tre giorni massimo, date le mie finanze e il tempo a mia disposizione, ma quanto basta per ‘staccare la spina’, come si suol dire.
Per una che ama il mare e la cultura, c’era da scegliere tra l’una destinazione e l’altra ,e visto che l’altr’anno sono andata un paio di giorni a Firenze, quindi è prevalsa la cultura, quest’anno la scelta va al mare.
E come un fulmine a ciel sereno mi è venuta in mente mia nonna, la madre di mio padre.

Dovete sapere che mia nonna era nativa di Gallipoli, nel Salento, in Puglia, la cosiddetta ,’Perla dello Ionio’.

Lei mi raccontava spesso del suo paese e di quanto fosse bello, ma se ne andò da ragazza in maniera molto rocambolesca con la famosa ‘fuijtina’ e che io rammenti non mi disse mai di esserci tornata, e oggi mia nonna non c’è più.
Accennava spesso al fatto , che essendo figlia di nobili, si era innamorata di un ragazzo universitario (mio nonno).
Questo le causò dei dissapori con la famiglia di origine , i quali la diseredarono, e questa probabilmente fu la causa del suo allontanamento definitivo dal suo mondo e la sua gente.
Ma io credo che il suo paese le mancasse moltissimo perché sento ancora i suoi sospiri, quando col suo accento inconfondibile, malgrado fosse a roma da una vita mi diceva : ’AH, è ‘BEDDA GALLIPOLI, è bedda’…
E i miei natali pugliesi non finiscono qui.
Mio nonno era di Foggia, e prima di trasferirsi a Roma ebbe i suoi tre figli, di cui mio padre nacque a Brindisi e mia zia a Lecce. Non rammento dove nacque l’altro mio zio, che non sento da una vita e non so nemmeno se sia vivo o morto, ma vive in Inghilterra.

Non ho mai compreso , in realtà, com’è, che nonostante i natali, né i miei nonni, ne a mio padre, fosse mai balenata l’idea di tornare, almeno una volta in quei posti, ne di farli conoscere a noi rispettivi figli e nipoti.
E ahimè, troppo tardiva è la mia domanda , dal momento che né i miei nonni , né i miei genitori sono più di questo mondo.

E non credo sia stato un fattore economico, se comunque i miei nonni non erano ricchi, ma comunque non vivevano di stenti. E mio padre, anche nei momenti peggiori è riuscito a concedersi più volte una vacanza , tra cui tra le mete la calabria, che non dista poi molto dalle pugile.

Così, preamboli a parte decido, quest’anno la meta sarà Gallipoli, più per la curiosità legata a mia nonna , che per il sentito dire delle sue bellezze.

E, ci ho lasciato il cuore.

Chissà, forse condizionata anche da questa mia storia, ma ne sono rimasta talmente affascinata e rapita , che spero di poterci tornare al più presto.

e più la vivevo, e più mi domandavo come abbia potuto mia nonna starne lontana.

E mentre calpestavo il suolo del centro storico, pensavo a lei, a chissà quante volte i suoi piedi avranno camminato , dove ora io camminavo e il rammarico più grande è quello di non poterglielo più raccontare. e respiravo l’aria, come inalassi profumi e sentori delle mie radici, quasi fossi stata io a nascerci.
Per chi come me è nuovo del luogo, il centro storico di Gallipoli si presenta come un isolotto sul mare, è impossibile accedervi in macchina e bisogna lasciarla al porto.
E’ collegata da un ponte con la parte nuova ed è bellissimo il contrasto tra il vecchio e il nuovo.
Il centro storico , è un dedalo di viuzze , tutte simili e strette tra loro, dove sembra facile perdersi come un vero labirinto, con le case tutte bianche e uguali. In realtà, invece, è impossibile perdersi, in quanto è tondo, tutto circondato dal mare , e ci si ritrova sia uscendo da un lato che dall’altro delle vie che portano al mare, fino a girarci intorno e ritrovare il punto di partenza.
La via principale è quella del duomo di S Agata, che parte dal piazzale del castello e si snoda sino alla parte opposta , nella quale confluiscono la maggior parte delle vie principali.
oltre lil duomo , molte chiese si distinguono per la loro bellezza e la loro antichità, in un luogo in cui il culto della religione è molto più sentito che da noi.
Ma la chiesa che più colpisce è quella della purità, dalla quale prende nome la spiaggia sottostante.
Fuori , di una semplicità ingannevole, dentro un vero e proprio spettacolo, da fare invidia al duomo.. piccola e incantevole, una delle più belle che io abbia mai visto.
Punto di mezzo tra il vecchio e il nuovo si staglia il castello, oggi tornato visitabile. Da dentro non è poi granché, ma vale la pena salirci , solo per lo spettacolo che regala la vista sul mare.
Sotto, il monumento del riccio, mollusco tipico del posto.
Di qui si accede anche al ponte che ci avvicina alla parte nuova e al porto.
E dalla piazza sul porto si snoda Corso Roma , una via lunghissima,con strade e marciapiedi larghi, l’equivalente della nostra via del corso.
Sono rimasta stupita, incantata dai marciapiedi lavorati, la pulizia del posto, i palazzi senza scritte che deturpano le facciate, i negozi grandi e moderni, più funzionali che a Roma, e avevo quasi voglia di piangere.
E non so se piangevo, colpita dalla bellezza del luogo, o dalla tristezza che mi lascia la mia città: dov’è finita Roma, La mia Roma , caput mundi?
Facevo questa considerazione, pensando a quanto bellissima fosse la mia città, ma quanto abbandonata a se stessa.
A quanto il nostro egoismo e il nostro’menefreghismo’ avesse contribuito a distruggere quanto di più bello e affascinante esistesse al mondo.
E a quanto poco o niente le amministrazioni attuali e precedenti avessero lasciato che il degrado prendesse il sopravvento, a tutti i vandali e a quelli tra di noi e dopo di noi non siamo riusciti a trasmettere l’importanza del saper vivere e conservare tutto ciò, che peccato!!!
E pure se faccio una considerazione, che è più facile far funzionare una famiglia piccola , che una grande, non mi basta a trovare un alibi a tutto lo scempio e il degrado che aumenta sempre più nella mia città e non solo in periferia.
Con questo non voglio dire che gli altri posti sono perfetti, anzi , sicuramente ogni luogo ha il suo scheletro nell’armadio, ma ciò non toglie, che le differenze saltano agli occhi, persino alle orecchie, quando parliamo della cortesia della gente del posto.
Magari io sto parlando della mia esperienza personale e per qualcun altro non sarà stato così, ma si sa che ogni cosa è soggettiva nella vita.
Ad esempio quest’anno mi è capitato anche di andare ad Orvieto. Ho sentito qualcuno dire che non è granché, bhè, a me è piaciuta moltissimo ed è un’altra meta nella quale non mi dispiacerebbe tornare.
Tornando a Gallipoli, potrei raccontarvi ancora del mare stupendo. le spiagge bianche, il sole rosso e grande, il venticello che non fa mai soffrire il caldo, nemmeno a quaranta gradi e dei servizi, della gente affabile e cortese e mille cose ancora, ma secondo me Gallipoli non è da raccontare , è da vivere.
Così per ora vi lascio, in considerazione che si avvicina un altro anno d’ inverno malinconico e di duro lavoro. Ma almeno, nei momenti più apatici penserò a questo bel paese che mi ha regalato dei momenti indimenticabili, persino nei profumi.
Dopo Gallipoli , le mie tappe sono state Alberobello, sempre in puglia, il paese dei trulli, e la costiera amalfitana, di cui Amalfi, Capri e Anacapri.
Delle quali parlerò in seguito, ma credo che a tutti sono note queste bellezze incantevoli, senza nemmeno il bisogno di andarci… però andarci è tutt’altra cosa.. ma armatevi di portafoglio a fisarmonica, difatti diventa una spesa fin troppo esigua starci più di due giorni.

Un salto ad Ostia antica, così vicina e così sottovalutata, quando invece nulla ha da invidiare alla famosa Pompei, e naturalmente Orvieto con il pozzo di San patrizio.Uno ancora, come l’altro anno a Nettuno, perché i ricordi della mia infanzia lì mi portano spesso.
Insomma , ho toccato tante realtà diverse, eppure tanto simili tra loro, patrimonio di questo nostro paese, che è un peccato lasciare andare così, quando dovrebbe essere il più ricco al mondo, solo per il turismo.. se solo riuscissimo a valorizzarlo come si deve.
E qui la colpa dei nostri politici e delle amministrazioni locali, che continuano a spendere e sperperare male gli introiti, ma anche la colpa di noi italiani che continuiamo a ignorare le nostre bellezze preferendo l’estero , così arricchendo gli altri posti. E colpa anche degli operatori turistici, che favoriscono le vacanze all’estero pubblicizzandole più dei nostri bellissimi posti e dei prezzi che in Italia sono diventati proibitivi.


Ma io sogno un utopia; un Italia di gente meno scaltra e imbrogliona, ma più pulita, onesta e attenta, un Italia dove si torna a dormire con le porte aperte quando fa caldo , e dove i fiori tornano ad adornare aiuole e ville senza essere calpestati e strappati… un Italia dove vivere non deve essere necessariamente lusso e tecnologia, ma un viale dove le luci funzionano e la mondezzai non ricopre più i marciapiedi, dove tutti si salutano, anche senza conoscersi e il prossimo rispetta e aiua l’altro , senza bisogno di essere chiamato patty

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