domenica 28 ottobre 2012

APATIA E RABBIA

Sono le sei:
fosse stata una domenica diversa, a quest'ora sarei a lavoro, già a correre, tra la cassa e il montacarichi.
Oggi no, si attacca a mezzogiorno.
E potrei dormire, invece di stare su una tastiera a scaricare le mie frustrazioni.
Ma dato il cambio d'orario, la mia sveglia naturale mi ha tirato giù dal letto alle tre e la rabbia accumulata da ieri, non mi permette di riprendere sonno.
E la sento ancora montare dentro, come sento l'ipocrisia avvolgersi intorno a me, come fosse una seconda pelle.
E a questo punto resta la confusione, perché al punto in cui sono arrivata, non so più se è  quella che ho intorno, o quella che mi nasce dentro, nel continuare a fingere di non capire e non sentire, nel seguitare ad amare e rispettare chi non m'ama o lo fa a modo suo e nella sua convenienza.
E mi nasce dentro una sorta d'apatia, che mi spinge a cambiare.
Forse devo cambiare o sono già cambiata e alla mia età , non ci sto più.
Mi dico che devo 'fregarmene' perchè starci male ancora non mi giova, ma quando l'ultima goccia cade a far traboccare il vaso, è difficile fermare il liquido che straripa.
E non me ne voglia alcuno, se mi vedrà diversa, ci sono dei lati di noi oscuri, che prima o poi finiscono per uscire, e non possiamo comandarci di essere diversi.
Io, ad esempio, sono una che perdona, che si lascia tutto alle spalle, ma che non dimentica.
E quando le somme dei torti, cominciano a farsi insopportabili, puntualmente tutto riaffiora e tiro il totale.
E me ne spiace. Ma se un giorno, come oggi, e potrebbe essere oggi, sarò cambiata, non assillatevi nel farvi o pormi domande.
Guardate dentro voi stessi, come io cerco sempre dentro me e ci trovo sempre lacune.
Ma le lacune sono nei cuori umili, non abitano la superbia, e questo è un dato di fatto.
E mi lascio scivolare tutto questo, come presa da quest' apatia indescrivibile, dove nulla più mi tocca.
Come un muro che riflette il suono, non m'importa più di nulla: arrabbiatevi, parlatemi dietro, urlatemi tutti gli insulti che volete, io vado, dritta per la mia strada, ignorando i commenti.
Da oggi il problema non sarà più il mio, ma il vostro, perché Patty è in un punto di non ritorno.
In realtà il mio pensiero è per tutti ... e per nessuno. Il vero colpevole sono le scelte, la vera colpevole sono io, se per amore ho lasciato che il male prevaricasse ogni volta, scambiandolo, con l'amore ancora.
Potrebbe sembrare una reazione esagerata, se presa nel contesto dell'episodio,  e se fosse venuta prima , forse non sarei a questo punto. Ancora colpa mia.
Come quella mamma che massacra un figlio, perché non è stata capace a tirare uno scappellotto al momento giusto.
Quando cerchi di metterci riparo è troppo tardi.
Ma è troppo tardi per gli altri, non per me. E non ci sto ad andare in depressione, ma nel sorriso che si spegne, chi sa leggere non deve incontrare più i miei occhi.
E per una volta ci sto io, nei panni della cattiva, dell'egoista, e a ben donde.
E senza pentirmene affatto.
Stanca, di preoccuparmi degli altri e del loro giudizio, stanca di parere sempre perfetta e accondiscendente, stanca di cedere, pur se ancora cedere mi tocca , ma il mio conto l'ho pagato già da troppo, e non posso concedere la mia vita agli strozzini.
Se devo farlo, lo faccio a modo mio, e ognuno ne trarrà le conseguenze.
Ce l'ho col mondo? No, ce l'ho con i soprusi, con l'arroganza. Ce l'ho con chi viene dopo e vuole passare avanti a ogni costo, ce l'ho con chi mi manca di rispetto, perché io ho sempre rispettato.
Ce l'ho con l'amore, che non vince mai.
Ce l'ho persino con le lacrime, che sono a un passo dai miei occhi piene di rabbia, ma non ce la fanno a scendere.
E soprattutto ce l'ho col mio cuore disilluso, che puntualmente infila l'ennesima staffilata e diviene sempre più debole, ma sempre più freddo.
E il gelo mi attanaglia dentro, mi strappa dai sentimenti e dalle emozioni. Lentamente, ma inesorabilmente plasma il mio animo.
Lo fa da anni ormai, il motivo per cui non credo più nel Natale, per cui non sento più un compleanno, per cui non porto più un fiore.. a chi veramente mi ha amato e non ha colpa alcuna.
Mi resta un sorriso, ma da oggi non so, per celare la cattiveria che piano prende il posto dell'amore che va scemando, perché non ne ho più da elargire.
Me n'è rimasto una stilla, tanto piccola e tanto potente, per mio figlio, per i veri amici, per il mio compagno, il resto a farsi fottere. Però ci soffro, malgrado tutto, anche se so che non è giusto soffrire per chi di te non si cura, ma anche questo fa parte della parte di me, che non mi piace.
Diversa? Si , da oggi sono diversa, se potessi mi cambierei persino il nome, proprio per dare vita a questa nuova me, come rinascessi.
Da oggi non mi dite di spostarmi più in là, potrei diventare una iena e stupirvi.
Non ero così, sono così, questo è tutto.




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